il sistema per crescere
Il “Sistema per Crescere” è il risultato che FCO ambisce di realizzare e si basa essenzialmente su TRE principali tematiche: la creatività, la ricerca e lo sviluppo:
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La creatività, è la capacità di cogliere le sfumature della realtà, di analizzare il mondo in cui viviamo ma soprattutto di guardare alla nostra società sempre con occhi nuovi e pronti a coglierne il cambiamento. Solo attraverso la conoscenza, acquisita tramite lo studio, l’esperienza, il contatto con nuove mentalità, la creatività diventa quello strumento potente capace di dar vita ad un’idea o ad un progetto veramente originale e rivoluzionario. Il processo creativo è fortemente influenzato dall'atmosfera culturale in cui si sviluppa. Questa è la chiave per la produzione di creatività. Infatti, più l’ambiente culturale è libero, interdisciplinare e stimolante, maggiore è la produzione di creatività e di talenti.
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La ricerca & sviluppo (innovazione tecnologica) è un dei motori fondamentali per la crescita e del progresso: la tecnologia riguarda il patrimonio di esperienze formatesi attraverso approcci empirici e conoscenze teoriche applicabili nella pratica, mentre l’innovazione tecnologica rappresenta un miglioramento del patrimonio di conoscenze nei processi di sviluppo (principalmente scientifici) e di apprendimento (allargamento cultura, istruzione ed informazioni) di nuove soluzioni su determinate situazioni di complessità e dinamicità o problematiche (problem solving activity). Dunque la funzione di ricerca e sviluppo è indispensabile per poter produrre innovazione.
Il Sistema per Crescere si basa, pertanto, sulla capacità di produrre idee, conoscenze, nuove tecniche e innovazione: quest’insieme di valori sono divenuti un fattore importante per riuscire a stare al passo coi tempi ed essere competitivi.
"You will never know how strong you are, as long as being strong is the only choice you have."
Frank Connor
character of "The project Origin"
Un altro modo di vedere del "Sistema per Crescere" è la definizione dell'onestà. Per facilità di ragionamento le chiameremo ONESTA’ (tipo a) e ONESTA’ (tipo b).
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La prima faccia dell’onestà (o ONESTA’ – tipo a) somiglia più che ad un’idea ad un ideale: un obiettivo che ci fregiamo di aver raggiunto o che vorremmo raggiungere, sul lavoro, a scuola, nelle amicizie, nei rapporti interpersonali e in generale con gli altri, nella vita di tutti i giorni. Essere onesti quando si fa la spesa, essere onesti quando si va in banca, essere onesti quando si dice chi si è scelto di votare alle elezioni, essere onesti perfino quando si entra in un negozio e si sceglie di pagare il prezzo pieno senza chiedere sconti, essere onesti mentre si fa la fila, eccetera. Ma come potrete ben capire c’è poco da arrovellarsi, essere onesti in questo senso è un po’ una scelta di vita, uno “state of mind”, un atteggiamento consapevole e arbitrario: si può decidere di esserlo come di non esserlo, e noi non staremo certo a criticare chi ha scelto questo o quello. L’ONESTA’ – (tipo a) sa un po’ di “perbenismo”, di “buone maniere”, e come ogni cosa che avvertiamo indiscutibilmente e oggettivamente buona (in barba ad ogni relativismo) ci viene istintivo elogiarla.
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L’ONESTA’ (tipo b) non è una scelta, non è facile da vedere nella vita di tutti i giorni, non la si trova sui libri e non si apprende a scuola, forse non la insegnano neanche mamma e papà; l’ONESTA’ (tipo b) è quella più difficile da vedere, da leggere, da sentire, da “percepire” e da trovare materializzata nella quotidianità, ed è appunto l’onesta’ intellettuale, l’onestà che, letteralmente, ognuno dovrebbe avere garbo di rivolgere verso il proprio intelletto. Insomma, gli onesti del partito ONESTA’ (tipo b) sono “gli intellettuali onesti”: quelli che onesti vogliono, cercano e si sforzano di esserlo prima di tutto con loro stessi. Che non è esattamente facile: essere onesti con sé stessi significa guardarsi, svestirsi di tutto quello che pensiamo di sapere su di noi, sulla nostra vita, su cosa siamo, su cosa pensiamo, su quello che facciamo e su come agiamo, mettersi a nudo, appunto, ed essere autocritici. E’ la cosa più difficile che vi potranno chiedere di fare, quella di guardarvi da un punto di vista assolutamente neutrale, sterile, e provare a raccontarvi a voi stessi, a quel vostro “io” interiore che se dovessi immaginare penserei un po’ come un bambino, e che mentre rifletto o penso a qualcosa mi immagino seduto in un angolo ad ascoltare e ad annuire. Se esiste, l’onestà intellettuale è certamente la cosa più complicata, innaturale, macchinosa e sgradevole che capiterà mai di provare.
Il giusto equilibrio di questi concetti determina "Il Sistema per Crescere interiore".
"Creativity is undoubtedly the most important human resource. Without creativity there would be no progress and we would always repeat the same patterns."
Emmanuel Moreau
character of "The project Origin"
"just like Corporate Governance of a company, to do Well in the Government of a State you have to listen a lot and speak little."
John Malkoch
character of "The project Origin"
APPROFONDIMENTO - Lo spirito di Abnegazione come strumento di crescita
“Abnegare” indica, etimologicamente, l’allontanamento e la negazione di sé. La particella “ab” indica il movimento di allontanarsi da qualcosa, il verbo “negare” indica l’azione del dire di no. Allontanarsi dalla propria parte egoistica; se è vero che nessuno vive per se stesso e che, se è giusto amare se stessi non meno del prossimo, la parte di noi che va amata non è il piccolo “ego” che sempre brama qualcosa a scapito degli altri, ma il Sé luminoso che scopre e impara a desiderare ciò che è bene per il tutto di cui egli è parte.
La cultura moderna non insegna più nulla che possa equivalere al concetto dell’abnegazione: né verso la famiglia, né verso gli amici, né verso il lavoro; non insegna nulla di nulla, tranne che il perseguimento delle brame del piccolo “io”.
Oggi siamo in preda agli effetti di una pubblicità martellante e di una letteratura, di un cinema, di una musica leggera, persino di una fumettistica che battono e ribattono sempre sul tasto dei diritti, mai su quello dei doveri; sulla ricerca della felicità individuale, mai sull’apertura, sulla disponibilità agli altri, sull’abnegazione e anche, eventualmente, sul sacrificio di sé. Come se lo spirito di sacrificio e abnegazione fossero delle trappole, degli inganni, nella società odierna edonista e consumista, dove solo un pazzo può pensare che sia bello sacrificarsi per qualcosa o per qualcuno.
E così che nasce la cultura del Sospetto.
Paradossalmente e molto probabilmente, buona parte della cultura dell’ultimo secolo si può riassumere nella formula:
“Che cosa ci sarà dietro?
Cosa mi si vorrebbe dare a intendere?
Con quale strategia si cerca di ingannarmi?"
senza distinguere fra interlocutore leale e sleale, onesto e disonesto, sincero e bugiardo: perché, per la cultura del sospetto, tutti gli uomini senza eccezione sono fondamentalmente sleali, disonesti e bugiardi.
I “buoni sentimenti” oramai sono di origine faziosa come la nostra verità interiore sempre sottoposta all’altalena delle cose esteriori e mutevoli: ciò che abbiamo provato, sentito, pensato, rimane per sempre, se lo abbiamo provato, sentito, pensato con assoluta lealtà e sincerità, senza cercare di apparire diversi da quel che eravamo, senza presentare una versione manipolata di noi, né agli altri né a noi stessi.
Lo spirito di abnegazione è importante, perché ci consente di capire che noi non siamo il centro del mondo; che esistono cose più grandi di noi e queste cose non sono tanto delle persone o degli oggetti provvisti di un valore materiale, ma al contrario, sono delle cose che si rivelano in noi. È cosa divina, una forza più grande di noi, che ci soccorre, ci sostiene, ci aiuta ad andare avanti in onore alla nostra elevazione spirituale ed intellettuale.
Con questo approfondimento, si vuole arrivare a questa conclusione: nella società occorre ripartire dalle cose semplici, attraverso la trasparenza, la partecipazione attiva e la condivisione. Operare onestamente rendendo protagonisti i cittadini nelle scelte.
"Se cerchi la verità, preparati a vedere l’oscurità così come la luce. Se cerchi di conoscere te stesso, preparati a sostenere la luce quando vedi la tua oscurità"
Steve Moroon
Personaggio di "The project Origin"
APPROFONDIMENTO - Approccio all’ "Independent Business Review" come sistema per crescere
L’Independent Business Review è un’analisi elaborata, nell’ambito del piano di risanamento, da parte di un professionista specializzato per individuare problemi industriali o finanziari e definire obiettivi strategici, nonché gli interventi necessari allo sviluppo futuro dell’azienda e delle sue finanze. Affinché una IBR possa risultare efficace, è indispensabile che il consulente indipendente sia in possesso di competenze specifiche e dell’esperienza necessaria per portare a termine il progetto nei tempi e nei costi previsti.
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Quali sono le ragioni per la richiesta di una IBR?
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Quali specifici requisiti sono richiesti al professionista incaricato?
In situazioni di difficoltà aziendale, essere in possesso di informazioni trasparenti e affidabili è un requisito fondamentale per tutti i soggetti coinvolti in decisioni rilevanti.
Per questo motivo, quando si interviene in un contesto gestionale di crisi attraverso l’elaborazione di un piano di risanamento, gli stakeholder interessati, in particolare le banche finanziatrici, possono avvalersi del supporto professionale di consulenti specializzati affinché effettuino un’analisi indipendente dei problemi industriali o finanziari, nonché delle prospettive e della sostenibilità industriale e finanziaria del piano, come risulta dalla bozza per la discussione dei “Principi per la Redazione dei Piani di Risanamento”.
Tale analisi, denominata Independent Business Review (IBR), è finalizzata a sondare la plausibilità dello sviluppo futuro dell’azienda e delle sue finanze attraverso l’opinione fornita da un professionista esterno in merito alla ragionevolezza del Piano.
Secondo i “Principi per la Redazione dei Piani di Risanamento”, diverse sono le ragioni sottostanti la richiesta di una IBR:
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comprendere il piano in breve tempo attraverso un’analisi approfondita;
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ottenere un giudizio indipendente fornito da un operatore di primario standing circa l’accuratezza e la realizzabilità delle previsioni economico-finanziarie contenute nel Piano;
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supportare eventuali richieste di assistenza/sacrificio agli stakeholders con l’opinione di un professionista terzo ed indipendente.
Il progetto IBR
Una tale tipologia di analisi è finalizzata ad approfondire la conoscenza delle logiche utilizzate da chi ha elaborato il piano.
Affinché una IBR possa risultare efficace, è pertanto indispensabile che il consulente sia in possesso delle competenze e dell’esperienza necessaria per portare a termine il progetto nei tempi e nei costi previsti. Per questo motivo l’incarico spesso è svolto non da un singolo ma da un team di professionisti, i quali devono poi sottoporsi singolarmente ad una verifica d’indipendenza (conflict check) per evitare situazioni di conflitto.
Come indicato dalla bozza per la discussione dei “Principi per la Redazione dei Piani di Risanamento”, l’IBR viene svolta attraverso l’applicazione dei principi di revisione su informazioni prospettiche (Principio di Revisione 570, ISAE 3400) sulla base di uno scope of work definito in accordo con i beneficiari dell’analisi.
La prima attività che deve caratterizzare il progetto di IBR, infatti, consiste in una puntuale definizione dei confini dello stesso, attraverso la delimitazione dell’ampiezza dell’incarico, delle risorse e dei tempi necessari per lo svolgimento dell’attività, nonché della forma e del contenuto del report finale.
Successivamente si dovrà procedere con la costruzione del programma di lavoro, assegnando aree di analisi, risorse e scadenze ai vari professionisti coinvolti.
Il reviewer dovrà dunque acquisire un’adeguata conoscenza dell’attività svolta dall’impresa, per valutare se tutte le ipotesi rilevanti per la preparazione dei dati previsionali sono state identificate.
L’apporto dell’IBR è particolarmente importante in relazione alle modalità con le quali nel piano sono stati affrontati gli aspetti di carattere strategico e industriale.
L’analisi di questi elementi è frequentemente posta in secondo piano rispetto ad altre componenti riconducibili ad aspetti squisitamente finanziari.
Per questo motivo, il professionista incaricato (o il team di professionisti) deve studiare e capire i vantaggi competitivi aziendali, le condizioni del contesto competitivo di riferimento e la coerenza tra le strategie e l’organizzazione, attraverso l’esplicitazione degli obiettivi strategici e la determinazione dei fattori critici di successo.
Il reviewer dovrà pertanto acquisire un’adeguata conoscenza dei dati gestionali storici, anche ricostruendo i KPI ed analizzando i bilanci per identificare l’evoluzione delle performance aziendali, compararle con quelle dei competitor e verificare il progetto industriale nella sua dimensione interna ed esterna.
L’IBR dovrà comprendere e descrivere le caratteristiche del processo di pianificazione seguito dall’impresa, specificandone finalità, tempi, processo di costruzione e di verifica, ricorrendo anche all’analisi dei budget redatti in passato. Il reviewer, a seconda del proprio perimetro d’azione, potrà inoltre essere chiamato a:
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verificare che i principi contabili utilizzati per la redazione dei bilanci storici siano analoghi a quelli impiegati per redigere i dati previsionali;
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valutare se le ipotesi poste a fondamento del Piano siano coerenti con le previsioni dello scenario macroeconomico e di settore;
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accertare che le azioni che il management intende intraprendere siano tra loro compatibili e che non vi siano incongruenze nella determinazione dei dati stimati sulla base di variabili comuni;
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individuare le variabili del piano che potrebbero avere un elevato tasso di volatilità con conseguente variazione dei risultati attesi;
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evidenziare con quale probabilità determinati eventi (dismissioni, finanziamenti, conclusioni di contratti, etc.) possano verificarsi e impattare sul successo del Piano;
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valutare l’adeguatezza della relativa informativa riportata nelle note di corredo.
Risultati dell’IBR
I risultati dell’IBR sono di norma contenuti in documenti che descrivono le analisi svolte dal reviewer e le conclusioni da lui raggiunte. Si può pertanto affermare che questo tipo di analisi consente di apprezzare, tra le altre, la ragionevolezza delle ipotesi strategiche, la plausibilità delle assunzioni di base e, conseguentemente, la fattibilità del piano.
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